Sono scese all’84,6% le donne che, a cinque anni dal conseguimento del titolo specialistico, hanno trovato un’occupazione, contro il 91% degli uomini nella stessa area: sono questi i risultati statistici di AlmaLaurea che, anche nell’ultimo anno, ha rilevato una profonda disparità economica e occupazionale tra i due generi. Il dato interessante, però, è che, secondo una ricerca pubblicata sul New York Times, sono le donne a essere le migliori sui banchi di scuola e, questo dato, è confermato anche dalle statistiche nostrane, come dimostra Almadiploma.

Confidence Gap: le donne eccellenti nei risultati della maturità

Secondo la psicologa americana, Lisa Damour, la disparità occupazionale attualmente presente negli ambienti di lavoro trae le sue origini sin dai banchi di scuola. Secondo i suoi studi, infatti, non si dovrebbe parlare di Gender Gap ma di Confidence Gap, poiché già nell’ambiente scolastico si tende a dare una maggiore fiducia agli uomini rispetto alle donne, alle quali invece è richiesta una dimostrazione delle competenze acquisite.

Questa teoria è confermata dai dati del 2018 stimati da Almadiploma. A parità di mole di lavoro, infatti, il 16% delle ragazze studia più di 20 ore settimanali, contro il 5% dei ragazzi, ottenendo però dei risultati migliori in uscita dagli istituti superiori: sono infatti l‘8,3% le donne uscite con 100/100 rispetto al 5,6% dei diplomati.

Secondo Lisa Damour, in questi casi, il lavoro extra viene interpretato come diligenza e tale concezione viene estesa anche nei luoghi di lavoro. Non a caso, infatti, nel questionario rilasciato da Almadiploma il 69% delle ragazze ha dichiarato necessaria una formazione universitaria per trovare un lavoro, contro il 59% dei ragazzi.

Ambienti di lavoro: le disparità retributive e occupazionali

Alla luce di queste discrepanze tra i due generi, la situazione attuale secondo Almalaurea è che il 60,3% dei maschi ha un’occupazione stabile con una retribuzione mensile di 1.600 € netti, mentre le donne hanno difficoltà a trovare un lavoro a tempo indeterminato nel breve periodo: solo il 50,1% delle donne, infatti, ha contratti lunghi con uno stipendio mensile di 1.400€.

Secondo le statistiche, i rami con maggiore presenza di donne sono quelli legati al pubblico impiego e all’insegnamento, di contro, le laureate in Ingegneria, Medicina ed Economia sono in numero minore e hanno maggiori difficoltà a emergere sul mercato.