L’università italiana punta sull’ hi-tech con il primo dottorato in Intelligenza Artificiale

 

L’università italiana apre le proprie porte all’Intelligenza Artificiale. Dal 2021/2022, sarà infatti attivo il primo dottorato nazionale in AI (Artificial Intelligence), grazie alla collaborazione tra il CNR, il MUR e cinque atenei italiani: il Politecnico di Torino, l’Università di PisaLa Sapienza, il Campus Bio-Medico di Roma e l’Università “Federico II” di Napoli.

 

Negli ultimi anni abbiamo sentito sempre più spesso parlare di Intelligenza Artificiale e di come sia di supporto all’attività umana in diversi ambiti. Dalla medicina all’agricoltura, a tanti altri settori, l’AI ha cambiato il modo attraverso il quale l’uomo si approccia ed interagisce con le macchine. Ecco perché le università italiane hanno deciso di adeguarsi a questo nuovo approccio ampliando la propria offerta accademica.

Secondo quanto si legge nel comunicato stampa ufficiale del CNR “L’Intelligenza artificiale è il pilastro di una nuova rivoluzione industriale… e avrà lo stesso impatto di trasformazione sulla società e l’industria prodotto in passato dal motore a vapore e dall’elettricità.” Sono state concesse 194 borse di studio e oltre 7 milioni di euro da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca, con lo scopo di dare il via ad un percorso formativo per nuove eccellenze in grado di guidare l’Italia verso una maggiore apertura alle nuove tecnologie.

 

Ogni ateneo avrà un’offerta diversificata e specializzata: a Torino il corso si concentrerà sull’industria 4.0; a Pisa il focus sarà sulla presenza dell’AI all’interno società; La Sapienza di Roma incentrerà il percorso formativo su sicurezza e cybersicurezza (La Sapienza) mentre il Campus Bio-Medico su salute e scienze della vita e a Napoli l’attenzione sarà rivolta al settore agrifood e alla salvaguardia dell’ambiente.

 

Il McKinsey Global Institute stima che il settore AI porterà entro il 2030 a una crescita del 16% del Pil mondiale e avrà un impatto sul 70% delle aziende. L’Italia è ancora ai primordi, nonostante si posizioni al decimo posto mondiale come numero di pubblicazioni e al quinto come impatto scientifico per l’elevata qualità della ricerca. È importante investire sulla formazione in campo hi-tech così da poter portare l’Italia ad occupare un ruolo internazionale di livello in questo settore e saper competere sulle tecnologie più avanzate.